ARCHITETTURE DI ALBERTO LEGNANI (1894-1958). In occasione del 50° anniversario della scomparsa dell’Architetto Alberto Legnani, il Comune di Bologna, Urban Center Bologna e Istituto Beni Culturali dell’Emilia Romgna, con il patrocinio di Inu (Istituto Nazionale di Urbanistica) e dell’Ordine degli Architetti di Bologna, promuovono una mattinata di studio sulla figura e sull’opera dell’Architetto con una conferenza del Prof. Vittorio Savi. L’appuntamento è alle ore 10 di sabato 15 novembre 2008, presso l’Auditorium Enzo Biagi di Salaborsa (Piazza Nettuno, 3). La partecipazione è libera. Invito (pdf.)
Alberto Legnani è stato uno dei più attivi protagonisti della cultura urbanistica e architettonica del primo novecento bolognese.I quaranta anni della sua densa carriera sono stati scanditi da attestazioni di stima espresse sulle più importanti riviste nazionali e internazionali, da premi in concorsi di architettura, ed anche da un diretto e sentito impegno civico direttamente manifestato nei molti e importanti incarichi istituzionali ricoperti. Ma è soprattutto nelle sue opere, quelle che ancora si possono ammirare, quelle di cui ci resta testimonianza e quelle che sono rimaste sempre solo sulla carta, che è possibile rintracciare le espressioni di un architetto che è sempre riuscito a trovare un giusto equilibrio tra l’esigenza di esprimerne la propria personalità e le volontà dei committenti, chiunque essi fossero.
Piani per città e piccoli paesi, edifici di grande mole e modeste case rurali, interi arredamenti e singoli oggetti sono tutti investiti da una cifra personale, pur declinata in stili differenti. La convinta adesione ai dettami del razionalismo non è mai scaduta in gratuita provocazione, il gusto per il moderno è stato messo “a servizio” di progetti innovativi ma soprattutto concreti, spesso destinati ad essere immediatamente realizzati nell’economia delle risorse disponibili.
Oltre a Bologna, Legnani ha lavorato con assiduità per alcuni piccoli comuni della regione: a Borgo Panigale, che è attualmente un quartiere di Bologna, ma che fino al 1938 era un autonomo comune, a Castelfranco Emilia, in provincia di Modena, ha lavorato soprattutto prima della guerra, mentre dopo la guerra ha contribuito in maniera sostanziale alla ricostruzione di Pianoro, in provincia di Bologna, e di Fusignano, in provincia di Ravenna.